6 zucchine sode (la tradizione vuole quelle striate napoletane)
olio extravergine di oliva per la frittura
1 bicchiere di aceto bianco
foglie di menta freschissime q.b.
2 spicchi d’aglio
sale q.b.

Si inizia affettando le zucchine ad uno spessore di 3/5mm, sezione ovale o tonda, scegliete da che parte stare. Si dispongono le fettine belle ordinate su un canovaccio di cotone poggiato su un tagliere e si espongono al sole per almeno un’ora (io due).

Ma se il balcone proprio non lo avete o provate un piacere perverso nel cucinare in notturna, cospargete le zucchine con poco sale grosso e aspettate che tiri fuori tutti i liquidi di vegetazione.

Quando le zucchine saranno sull’avvizzito andante approntate una bella padella traboccante d’olio, lasciate sfrigolare uno spicchio d’aglio quel tanto che basta per liberare un po’ di profumo e votatevi col cuore e la messa in piega alla delicata fase di frittura.

Io ho usato un extravergine perchè a casa mia (orrore!) le zucchine vengono condite, a fine preparazione, con un paio di cucchiaiate di quell’olio verdolino. Voi non lo fate ed utilizzate il caro vecchio olio di arachidi.

Una volta fritte , le rondelle vanno tamponate con cura con la carta assorbente. Per quanto riguarda il grado di cottura, alla zucchina pallida e stordita preferisco quella dolciastra tendente al marroncino.

Capitolo marinatura: c’è chi diluisce l’aceto con una parte d’acqua e chi lo scalda. L’importante è tentare di fare degli strati all’interno di un contenitore di coccio o vetro, inframezzando con uno spicchio d’aglio tagliato sottilmente, foglioline di menta strappata al momento ed un pizzico di sale.

Fin qui tutto facile, difficile sarà aspettare che le zucchine riposino nella loro napoletanità, coperte, per almeno 12/24 ore.

Un ‘attesa più che giustificata.

Perché se è vero che Napoli esiste come concetto o aggettivo, forse anche in cucina c’è bisogno di un poco di Napoli.